McDonald’s, diritti di informazione: il nodo della contrattazione integrativa

Come programmato, il 19 maggio si è tenuto l’incontro annuale sui diritti di informazione con McDonald’s Development Italy.

La company ha reso noti i dati aggiornati al 30.04.2023, che vedono una realtà solida, costituita da 670 ristoranti su tutto il territorio nazionale, con 32.000 dipendenti e 145 licenziatari, con un fatturato nettamente in crescita e che ha superato gli andamenti registrati nel 2019.

Nonostante un calo di presenza di clientela, soprattutto nelle fasce orarie di colazione e pranzo, dovuto principalmente alla diffusione dello smart working, l’aumento delle vendite è stato ottenuto attraverso lo sviluppo dei canali Drive, Delivery, attraverso la sottoscrizione di contratti commerciali con le 4 piattaforme principali, Asporto e App McDonald’s.

Attualmente, i ristoranti a gestione diretta sono 72, con circa 3.000 dipendenti, ma sono previste nuove aperture, soprattutto al Centro e al Nord.

Di queste nuove aperture, solo il 10% incrementerà il numero di ristoranti a gestione diretta.

La politica della company, infatti, rimane quella di una gestione diretta al 10%, con il 90% dei ristoranti affidati ai licenziatari.

Politica che ricade anche sulla gestione del personale, per cui delle 6.650 nuove assunzioni, previste tra il 2023 ed il 2025, solo il 10% sarà effettuato direttamente da McDonald’s Development Italy.

Tali assunzioni sono legate sia all’apertura di nuovi ristoranti, che all’esigenza di gestire un continuo turn over, ultimamente molto alto anche tra i manager che, comunque, hanno una permanenza media in azienda di 11 anni, a fronte della media di permanenza di 6 anni degli altri addetti.

Le organizzazioni sindacali, in merito ai dati forniti, hanno chiesto di avere maggiori dettagli rispetto ai dati relativi al personale, con le specifiche inerenti all’età, la nazionalità, le diverse tipologie di part time esistenti, il numero di ore di lavoro sia supplementare che straordinario.

Hanno chiesto anche di avere maggiori dettagli in merito ai licenziatari, sottolineando la necessità di un intervento più decisivo della company rispetto alla non corretta ed integrale applicazione del Ccnl, così come delle norme di Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro, da parte di alcuni licenziatari.

Peraltro, in merito al Delivery, è stato fatto presente che vi sono licenziatari che, nonostante abbiano l’indicazione di attenersi ai contratti commerciali stipulati dalla company con piattaforme come Glovo o Deliveroo, ricorrano a soluzioni diverse e fuori da ogni perimetro contrattuale.

Rispetto all’elevata percentuale di turn over, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato le forti criticità legate a condizioni di lavoro insostenibili, sia dal punto di vista reddituale che di impossibilità di conciliare tempi di vita e lavoro, dovute principalmente al part time involontario, ultimamente anche per 18 ore settimanali; all’eccessiva flessibilità; al ricorso massiccio di lavoro supplementare; al mancato consolidamento di ore ordinarie di lavoro.

Al riguardo, ed anche alla luce degli ottimi andamenti di una realtà in così grande espansione, le Organizzazioni Sindacali hanno sottolineato come non sia più rinviabile la sottoscrizione di un contratto integrativo, nel rispetto di quanto previsto all’art.10 del Ccnl applicato, ampliandola con la previsione di un premio di risultato, di norme che facilitino la conciliazione vita-lavoro e di norme contro la violenza di genere.

La company, ribadendo di essere soprattutto un’azienda in franchising, con il 90% dei ristoranti gestiti da licenziatari, il cui core business principale è proprio quello di aprire ristoranti per cederli a questi ultimi, ha fatto presente di non potere avviare un confronto sulla contrattazione integrativa, in quanto non può intervenire direttamente sui licenziatari per gli aspetti legati alla gestione del personale.

Motivo per cui, secondo la company, non è possibile sottoscrivere un contratto integrativo che interessi la totalità dei dipendenti.

Le organizzazioni sindacali, nell’evidenziare lo stretto legame che unisce McDonald’s Development Italy ai propri licenziatari, tanto da presentarsi come un’azienda con 700 ristoranti e 32.000 dipendenti, hanno ribadito la necessità della contrattazione integrativa.

Percorso che può essere avviato anche dalla sola company, che comunque conta circa 3.000 dipendenti, attestandosi tra le realtà più grandi del settore.

Tuttavia, le organizzazioni sindacali hanno chiesto di realizzare un confronto anche alla presenza dei licenziatari, facendo presente che, se necessario, invieranno la stessa ipotesi di piattaforma sia alla company che a ciascun licenziatario.

Le parti si rincontreranno il prossimo 21 giugno, in luogo e orario ancora da individuare. Sarà nostra cura inviare tempestivamente aggiornamenti in merito, nonché procedere alla convocazione di un coordinamento nazionale unitario prima del prossimo incontro con la company.

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