Sono passati pochissimi mesi da quando Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia all’incontro con le segreterie nazionali Uiltucs, Filcams Cgil e Fisascat Cisl, avevano escluso categoricamente una fusione tra le due Cooperative per poi invece approvare un piano che prevede proprio la fusione per incorporazione delle due Cooperative e la nascita di Unicoop Etruria e il rafforzamento delle sinergie con il mondo cooperativo del distretto tirrenico.
Ieri all’incontro con le due Cooperative è stato presentato formalmente il progetto che vedrà la nascita di una grande Cooperativa del Centro Italia (Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo) con circa 6000 dipendenti diretti e sede legale a Vignale nell’attuale sede di Unicoop Tirreno. Da tale progetto sembrerebbe rimanere fuori Superconti che sarà controllata dalla nuova Coop.
Un progetto che nasce in condizioni complesse e di criticità delle due cooperative anche per scelte politiche e commerciali sbagliate che sono state subite dai lavoratori e che hanno portato negli ultimi anni a mettere in discussione la tenuta della rete, il dimensionamento dei negozi, il mantenimento della rete laziale abbandonata a se stessa, in assenza di una concreta capacità progettuale nonostante il grande potenziale dell’area metropolitana della Capitale che avrebbe potuto favorire il rilancio del marchio Coop anche in questa area del Paese.
Un piano di tale complessità potrà partire soltanto attraverso un modello di relazioni sindacali basati sulla trasparenza e sulla reciprocità in discontinuità con quanto accaduto in passato. Diversamente la Uiltucs non sarà disponibile a subire scelte preconfezionate, né al confronto a posteriori.
La fattibilità del piano, incalza la Uiltucs, “dipenderà dalla qualità delle relazioni sindacali, sia a livello territoriale, coinvolgendo Rsa, Rsu e Ds, sia centrale. Queste relazioni dovranno essere trasparenti e responsabili, valori ormai smarriti, che hanno portato scetticismo tra i lavoratori. Solo un modello partecipativo e condiviso, potrà ricostruire fiducia e senso di appartenenza, che negli anni sono venuti meno a causa di scelte aziendali miopi e di un gruppo dirigente che non ha guardato agli interessi collettivi”.
Ad oggi non sono stati forniti dettagli sul progetto in merito alla tutela occupazionale delle sedi, dei negozi, della logistica, degli appalti, ma i referenti aziendali hanno parlato di razionalizzazione ed efficientamento: è dunque evidente che la fusione impatterà in qualche modo sui lavoratori delle sedi, della logistica e della rete di vendita.
Paolo Andreani, segretario generale Uiltucs: “Noi abbiamo a cuore le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori e la loro tutela normativa, contrattuale e reddituale. I lavoratori non potranno e non dovranno pagare il prezzo degli errori del passato, dei quali non hanno colpe, né responsabilità”.
Marianna Flauto, segretaria nazionale con delega alla cooperazione: “Il progetto di rilancio della Cooperativa si potrà realizzare soltanto se ci sarà un confronto serio e la partecipazione vera e costante delle lavoratrici, dei lavoratori ,veri protagonisti del rilancio, e del sindacato ai vari livelli. Un piano industriale di tale complessità necessita di un clima sereno e della fiducia di tutti i collaboratori affinché ognuno di loro si senta valorizzato e protagonista del cambiamento. Il nuovo gruppo dirigente dovrà dare l’esempio . Fare l’ennesimo errore di dare tutto per scontato finirà per vanificare l’intero percorso. Non ci sottrarremo al confronto ma deve essere garantito il rispetto dei reciproci ruoli, il rispetto delle lavoratrici e i lavoratori, dei loro diritti e della loro dignità, che non permetteremo mai venga calpestata. Soltanto partendo da questi principi si potrà avviare il confronto”.
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