La lunga trattativa finalizzata al rinnovo dei Ccnl Tds, Dmo e Distribuzione cooperativa ha subito nelle scorse settimane una seria battuta d’arresto.
Nonostante la significativa assunzione di responsabilità da parte delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs in ragione delle difficoltà derivanti per il nostro Paese prima dal Covid-19 e successivamente dalla guerra russo-ucraina, e culminata con la sottoscrizione dei protocolli
straordinari del 12 dicembre 2022, le associazioni datoriali Confcommercio, Confesercenti,
Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital hanno gettato
la maschera: non hanno alcuna intenzione di riconoscere alle lavoratrici ed ai lavoratori incrementi retributivi in linea con l’andamento inflazionistico.
Mentre Federdistribuzione e le associazioni delle cooperative di consumo sostengono apertamente di non poter accordare aumenti retributivi in linea con l’indice Ipca al netto dei beni
energetici importati (cioè secondo le previsioni degli accordi interconfederali sugli assetti contrattuali vincolanti per la maggior parte delle nostre controparti), Confcommercio, nonostante sbandieri pubblicamente di voler sottoscrivere un Ccnl “innovativo”, si ostina a richiedere una drastica riduzione di una pluralità di istituti contrattuali quali la 14° mensilità, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità.
Negli ultimi mesi, Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs hanno fatto di tutto per far progredire il confronto negoziale ed orientarlo ad un esito diverso.
Alle nostre richieste di integrare le parti normative dei Ccnl per aggiornarne le previsioni, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e
Utenza e Agci-Agrital hanno opposto, sostanzialmente, un netto rifiuto.
Le parti datoriali che assieme a noi sottoscrivono i CCNL scaduti dal 31 dicembre 2019, in estrema
sintesi, hanno risposto:
NO alla nostra richiesta di riformare l’ormai datato sistema di inquadramento professionale delle lavoratrici e dei lavoratori;
NO alla proposta di aumento salariale in linea con gli indici Ipca;
NO alla necessità di rafforzare il diritto di ogni dipendente alla formazione continua;
NO alla previsione di norme ad hoc sul fenomeno delle affiliazioni commerciali, del franchising e delle attività esternalizzate;
NO alla implementazione delle tutele per le donne vittime di violenza e per la genitorialità;
NO all’ampliamento della platea dei soggetti beneficiari dell’assistenza sanitaria integrativa e della previdenza completare di settore;
NO alla riduzione della flessibilità e al contenimento dei contratti a termine;
NO all’aumento dei contratti part-time e ai minimi contrattuali.
Le pregiudiziali poste dalle associazioni datoriali non possono essere tollerate in silenzio!
Per questi motivi Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs il 23 ottobre hanno dichiarato lo stato di agitazione e proclamato lo sciopero dell’intera platea delle lavoratrici e dei lavoratori a cui i quattro Ccnl vengono applicati.
Il predetto sciopero riguarderà l’intero turno di lavoro ricompreso nella giornata del 22 dicembre 2023 di ogni dipendente impiegato da imprese del Terziario, Distribuzione e Servizi, della Distribuzione Moderna Organizzata e della Distribuzione Cooperativa.
L’articolo Ccnl Tds, Dmo e Coop: a che punto siamo proviene da UILTuCS.