Lo scorso 17 gennaio si è tenuto un incontro tra rappresentanti delle confederazioni Cgil, Cisl, Uil, delle categorie interessate quali Uiltucs, Cisl Fp, Fisascat e Uil Fpl con i rappresentanti di Uneba e di altre associazioni del settore sociosanitario e assistenziale.
L’incontro, richiesto dalle controparti, si è reso necessario per verificare le diverse posizioni circa il contesto del settore e del panorama contrattuale che allo stato con le associazioni presenti si rivela sostanzialmente immobile: con la sola Uneba si è avviato un formale confronto che ad oggi non ha consentito ancora di entrare nel merito delle questioni per noi più rilevanti.
Le associazioni hanno sottolineato dal loro punto di vista la necessità e sollecitato iniziative comuni nei confronti dei livelli istituzionali competenti utili a sostenere un settore che presenta gravi difficoltà anche in considerazione delle difficoltà economiche che vivono le strutture per via del mancato aggiornamento delle tariffe da parte delle Regioni, oltre all’auspicio di addivenire ad un contratto unico di settore; i rappresentanti confederali presenti hanno illustrato le rispettive valutazioni circa il contesto generale del settore.
Per parte nostra abbiamo circostanziato la nostra posizione sulla dimensione contrattuale delle relazioni con le associazioni e denunciato i gravi ritardi nell’avvio delle trattative di rinnovo dei contratti e in un caso (Agespi) la assoluta mancanza di riscontro circa la richiesta formale di avvio della trattativa di rinnovo del Ccnl scaduto nel 2019 anche con l’invio della piattaforma contrattuale. Segnaliamo, infatti, come anche il contratto Uneba sia scaduto nel 2019, mentre il Ccnl Agidae è scaduto nel 2022.
Riteniamo quindi che il settore sia caratterizzato da un cronico ritardo nel rinnovo dei contratti che solo nel caso del Ccnl Confcommercio Salute, Sanità e Cura offre in questo panorama un Ccnl in vigenza e nel caso della Cooperazione Sociale una trattativa avanzata. Tale ritardo, a nostro avviso, non è giustificabile con il mancato aggiornamento delle tariffe, cosa peraltro che vede anche alcune importanti eccezioni in alcune realtà regionali.
Pur ritenendo necessario avviare un percorso di omogeneizzazione contrattuale anche attraverso la definizione di un contratto unico di settore, in questa fase questa non può diventare una variabile utile a dilazionare ulteriormente i tempi per il rinnovo dei contratti scaduti e attesi da centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
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